Per lunghi anni Sergio Simeoni, usando lo pseudonimo Serpic quasi per ritrosia a svelare la sua vena artistica, si è cimentato in vari generi, dalla pittura figurativa tradizionale e un po’ nave, ad es.Girasoli, alla ricerca grafica, Paesaggio, dalla combine painting all’arte “povera”, sino ad approdare ai primi esiti astratti.
Raggiunta sicurezza e consolidata capacità espressiva, egli ha poi sviluppato la sua ispirazione proprio nell’informale, con riferimento ideale a grandi maestri come Afro che hanno saputo legare la tradizione del colorismo veneto alle suggestioni dell’avanguardia neocubista, Abbandonando gradualmente e definitivamente la forma, Simeoni si lascia guidare dall’azione pittorica e si tuffa nell’inconscio; sgombera il campo di ogni determinazione razionale, rivelando nella tela il suo luogo d’impatto: dal profondo fuoriesce un’autentica forza di segno e di colore, un legame diretto del creare con l’essere.
Non vi sono sottesi intenti ideologici, semmai un sentimento che si disperde nei meandri della modernità, un disorientamento per le rapide trasformazioni che non si sedimentano, ma esercitano comunque il loro fascino.
Giuseppe Mariuz